Passeggiata, senza fretta, tra le frazioni di Usseglio

 

Usseglio è costituito di fatto da ben 12 frazioni, di cui 7 dislocate sul pianoro; la passeggiata qui proposta riguarda queste località. È guidata dalla curiosità di vedere cose non ovvie, camminando senza fretta, come suggerisce il titolo di uno scritto di Ines Poggetto sui sentieri della religiosità
nelle Valli di Lanzo (vol. XCVI).

 

Dislivello: poche decine di metri

Tempo di percorrenza: ore 1,35-1,45 (solo andata)

Segnavia: tacche bianco-rosse lungo parte del percorso

Difficoltà: T (turistico)

Periodo migliore: da fine aprile a ottobre

 

Si parte da Piazzette (1255 m), la prima frazione che s’incontra arrivando da valle; qui merita visitare
la chiesa di San Vito – se si ha la fortuna di trovarla aperta –, a pochi metri dalla strada provinciale. L’aspetto esterno è molto semplice, ma l’interno ha un’impostazione barocca inusuale rispetto alle altre cappelle del paese. La chiesa conserva un dipinto, collocato sotto l’altare, raffigurante l’Ostensione della Sindone davanti a san Carlo Borromeo e a san Francesco di Sales.

Poco sopra Piazzette si trova la cappella campestre di San Desiderio, di cui si hanno notizie di archivio dal 1340. Per raggiungerla si imbocca la stradina asfaltata che si stacca sulla destra della provinciale al termine della frazione e, al primo tornante, si prende sulla sinistra (segnavia bianco-rosso sull’asfalto), con brevissima discesa, un’ampia mulattiera, andando subito a destra al primo bivio. Dopo pochi minuti si arriva a un bivio segnalato, e si sale a destra seguendo l’indicazione per San Desiderio; di qui bastano dieci minuti di salita per arrivare al pianoro ove sorge la chiesetta (1315 m).

Proprio qui vicino era stata ritrovata una stele di epoca romana dedicata a Giove da Clodio Casto, impegnato per ben 26 anni nelle campagne militari di Roma. La stele fu poi trasportata a Piazzette
e collocata sulla facciata della chiesa di San Vito. Ora è ricoverata nel Museo Civico “A. Tazzetti”, insieme all’altra lapide di epoca romana dedicata a Ercole da un certo Marco Vibio Marcello, che
venne ritrovata ai piedi del Colle d’Arnas e fu sistemata per molti anni sulla facciata seicentesca dell’antica chiesa parrocchiale di Usseglio; questi reperti sono fra le più significative testimonianze della frequentazione romana delle Valli di Lanzo e, in particolare, della presenza di antiche vie transalpine per la Savoia.

Tornando sui propri passi si scende al bivio, prendendo a destra e percorrendo il sentiero ai piedi
del massiccio della Torre d’Ovarda, sui cui ripidi pendii si notano ancora a tratti i terrazzamenti dove
i montanari ricavavano faticosamente terreni coltivati principalmente a segale e patate fino alla metà del secolo scorso. Sulla sinistra della mulattiera, in parte egregiamente ricostruita, si ha modo di osservare il terreno paludoso che a tratti occupa ancora il piano di Usseglio, già sede di un antico lago di origine glaciale poi prosciugatosi.

Lasciato sulla sinistra un sito di lavorazione della ghiaia estratta dalla Stura, si trascura una deviazione sulla destra che porta all’attacco della Via Ferrata di Rocca Candelera e poco più avanti, all’altezza del tabellone che illustra la Via Ferrata stessa, si gira a destra e subito dopo a sinistra, sempre seguendo i segnavia bianco-rossi.

Intersecata una stradina, si prosegue ancora lungo la mulattiera e si arriva alla frazione Pianetto
(1260 m, 50 minuti circa da Piazzette, deviazione a San Desiderio inclusa; 30 minuti senza deviazione). Nella parte interna dell’abitato vi sono ancora alcune case costruite nel modo tradizionale, con blocchi di pietra a secco, tetti in lastre (lose) e lobbie di legno, non ancora compromesse da “opere di riadattamento”. Tra le case si trovano il forno comunitario, rimesso in funzione, e la cappella dei Santi Giacomo e Filippo, raffigurati sulla facciata, dove appunto giunge la nostra mulattiera; interessante la grande pietra piatta incisa che sovrasta il lavatoio antistante la cappella stessa.

Ora conviene proseguire lungo il fianco destro della chiesetta per breve tratto, fino a un bivio presso una casa caratterizzata da un muro tondeggiante: qui si gira a sinistra seguendo quella che era la strada antica della valle. Pochi metri sulla destra di un crocifisso di legno che si incontra più avanti,
si ritrova la mulattiera che in lieve salita porta su una strada sterrata; la si può seguire, sempre in direzione della testata della valle, fino al muraglione eretto a protezione dalle rovinose piene del rio Venaus, che scende dal dirupato vallone soprastante, e qui girare a sinistra portandosi sulla strada provinciale; oppure, all’incrocio con un’altra mulattiera, la si può imboccare verso sinistra, abbassandosi alle vicine case del Chiaberto (1265 m). Questa è una delle frazioni più piccole, tagliata in due dalla strada asfaltata, alla quale si arriva e su cui si affaccia in un punto molto stretto la piccola cappella dedicata a San Rocco; al suo interno sono ancora esposti numerosi ex voto, alcuni risalenti
a metà Ottocento.

Si procede ora con attenzione verso destra lungo la strettoia, passata la quale si trova sulla sinistra Villa Fortunata, dal nome di una sua proprietaria, Fortunata Giurini. L’edificio, già esistente all’inizio
del Novecento, è stato ampliato e decorato in stile Liberty nel 1920, come indicato in alto sul prospetto a valle, e resta una delle testimonianze del periodo d’oro della villeggiatura estiva.

Superato, sempre lungo la carrozzabile, il ponte sul torrente Venaus, si arriva al centro di Usseglio, costituito da due borgate: le Cascine e Cortevizio (1265 m). Qui si trovano gli alberghi Rocciamelone
e Grand’Usseglio, entrambi testimoni di villeggiature di molti ospiti illustri all’inizio del Novecento, e alcune ville, tra cui la più antica è quella, visibile in secondo piano sulla destra dopo gli alberghi, della famiglia del conte Luigi Cibrario (1802-1870), storico e uomo politico, ministro con D’Azeglio e Cavour.

Anche nella parte interna di Cortevizio si possono trovare tracce dell’antica arte edificatoria in pietra
a secco e legno: merita di essere visto un piccolo dipinto su muro chiamato Madonna del Ghet,
e non perdersi una curiosa dedica del marito all’amata moglie Margherita Reteuna.

Si consiglia di proseguire ancora per un breve tratto lungo la carrozzabile fino all’antico complesso parrocchiale di Usseglio (30 minuti da Pianetto), che si sviluppa attorno a un piccolo spiazzo erboso su cui si affacciano la prima chiesa del paese, risalente al Trecento – testimoniata dal campanile in stile romanico –, ampliata una prima volta nel Seicento e in ultimo nell’Ottocento; il municipio, che era anche sede della scuola elementare; la cappella del cimitero o cappella della Confraternita e in origine il cimitero stesso, spostato a monte di qualche centinaio di metri nella seconda metà dell’Ottocento. Tutto il complesso all’inizio del nuovo millennio è stato oggetto d’importanti interventi di recupero, che lo hanno salvato da un grave stato di abbandono grazie anche all’inserimento di nuove destinazioni d’uso: il vecchio municipio e l’adiacente cappella della Confraternita ora ospitano il Museo Civico, mentre la chiesa è utilizzata per eventi culturali.

A poca distanza si erge la nuova chiesa parrocchiale dedicata all’Assunzione di Maria Vergine, realizzata tra il 1911 e il 1971 su progetto dell’arch. Giuseppe Gallo. Al suo interno è custodita
una preziosa e antica statua di Madonna vestita, restaurata dalle suore del monastero di San Giulio d’Orta nel 2006.

La passeggiata prosegue alla ricerca delle tracce di Cesare Ferro (1880-1934), pittore illustre di origini ussegliesi e docente all’Accademia Albertina, del quale il Museo Civico conserva alcune opere.
Nel cimitero si trova la cappella funeraria della famiglia, dove riposa il pittore, ricordato da una sua opera che è servita per lo studio del dipinto Deposizione, del 1930, presente nel Duomo di Torino.
Alla frazione Quagliera si trova la casa di famiglia dove Ferro amava trascorrere le estati, più volte raffigurata nei suoi dipinti.

Per completare l’itinerario, si suggerisce di ritornare sui propri passi verso Cortevizio fino a un pilone votivo grigio sulla sinistra della provinciale (sul lato opposto c’è un ripetitore); qui si prende la stradina che si stacca a sinistra e poco più avanti si trova, sempre a sinistra, l’imbocco segnalato della vecchia mulattiera per Villaretto, che fa parte del percorso autoguidato, dotato di opportuni cartelli esplicativi. Il tratto che segue è particolarmente piacevole, in quanto affiancato dalla bialeri d’lou Mulin (roggia del Mulino), canale artificiale tuttora attivo che contribuiva tra l’altro al funzionamento di alcuni mulini, da cui il nome. Del primo, il mulino Cibrario (dal nome della famiglia proprietaria), si osservano i resti sulla destra della roggia, mentre il secondo, il mulino Voulpot (dal soprannome dei proprietari), restaurato,
si trova pochi metri sulla destra del punto dove la mulattiera, ormai giunta alla frazione Villaretto, incrocia una stradina asfaltata (15 minuti da Cortevizio).

Dopo l’incrocio, la mulattiera prosegue brevemente per poi confluire nella strada provinciale; volendo è possibile continuare verso le successive frazioni di Crot, Quagliera e Margone, ma il percorso si svolge prevalentemente su strada ed è quindi meno piacevole per il visitatore, per quanto ancora ricco di interesse (ad esempio, al Crot, la vecchia sede della “fabbrica”, dove si lavorava il cobalto, e la centrale idroelettrica, centro pulsore degli importanti impianti idroelettrici della zona).

 

Il ritorno a Piazzette può avvenire in diversi modi: lungo il percorso dell’andata, impiegando circa
lo stesso tempo; lungo la carrozzabile, che richiede qualcosa in meno ma non è altrettanto piacevole; con l’autobus (verificare gli orari); o ancora (consigliato), lungo il tracciato del Sentiero Natura che
si snoda prevalentemente sulla destra della Stura, raggiungibile dal ponte di fronte all’albergo Furnasa: esso consente di arrivare fino a Piazzette in ore 1,15-1,30.

 

 

Bibliografia di riferimento:

 

P. BAROCELLI, La via romana transalpina degli alti valichi dell’Autaret e di Arnàs, Società Storica delle Valli
di Lanzo,
vol. XVI, 1968, offre molte preziose considerazioni sulla presenza romana nelle Valli di Lanzo e sulle vie di comunicazione del periodo.

 

Importanti sono gli studi sulle Valli di Lanzo e in particolare su Usseglio di L. CIBRARIO:

Le Valli di Lanzo e d’Usseglio ne’ tempi di mezzo, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol.  XXXIV, 1982 (rist. anast. ed. 1851);

Descrizione e Cronaca d’Usseglio fondata sopra documenti autentici, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. XXXVI, 1982 (rist. anast. ed. 1862).

A  lui è dedicato il volume di R. COMBA, B. GUGLIELMOTTO-RAVET, E. LAVEZZO, G. MOLA DI NOMAGLIO,
Luigi Cibrario d’Usseglio, cittadino torinese (1802-1870), Società Storica delle Valli di Lanzo,
vol. LXXIV, 2002.

 

Il territorio di Usseglio è stato ampiamente studiato:

– numerosi i lavori di N. DRAPPERO, in particolare: Usseglio. Vol. II – Parrocchia e Comune, Capella, 1968,

– recenti i contributi a cura di B. GUGLIELMOTTO-RAVET, Crescere a Usseglio. Essere ragazzi in una comunità alpina oggi, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. CIII, 2008; Le belle età. I vecchi di Usseglio si raccontano, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. CXIX, 2012; Ritratti al lavoro. Mestieri e occupazioni a Usseglio, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. CXXIV, 2014,

– collettivo il lavoro, a cura di L. LONGHI BORLA e A. REFFIEUNA ROCH, Usoei Uxellos Usseglio, Associazione Pro Loco di Usseglio – Neos Edizioni, 2001.

 

M. JAKOB, B. GUGLIELMOTTO-RAVET (a cura di), La montagna elettrica. Usseglio e la costruzione degli impianti elettrici in Valle di Viù, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. XCII, 2005, racconta e illustra

la vicenda che trasformò profondamente nel XX secolo il territrio e la comunità locale.

 

Sulla società ussegliese interessante il saggio di F. MONTANI, Famiglia, matrimonio e condizione della donna in una comunità alpina, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. LXXXVII, 2004.

 

Il complesso dell’antica parrocchiale di Usseglio è stato oggetto di uno studio di E. LAVEZZO, L’antico complesso parrocchiale di Usseglio, in Miscellanea di studi storici sulle Valli di Lanzo, Società Storica

delle Valli di Lanzo, vol. L, 1996, e di N. RE FIORENTIN, E. LAVEZZO, Il restauro dell’antico complesso parrocchiale di Usseglio, in 2ª Miscellanea di studi storici sulle Valli di Lanzo, Società Storica delle Valli
di Lanzo,
vol. C, 2007.

 

Rilevanti sono i due volumi di M. ROSSI, A. GATTIGLIA (a cura di), Terre rosse, pietre verdi e blu cobalto. Miniere a Usseglio. Prima raccolta di studi, e Seconda raccolta di studi, Usseglio, Museo Civico Alpino “Arnaldo Tazzetti”, 2011 e 2013.

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info@societastorica-dellevallidilanzo.it – 10074 Lanzo Torinese (TO), via San Giovanni Bosco 1 (c/o Biblioteca Civica e Archivio Storico – tel. 0123.29331)