La viabilità antica delle Valli di Lanzo – 2

Da Pessinetto ad Almesio e al Ponte delle Scale

 

La moderna viabilità ricalca in gran parte la rete dei preesistenti percorsi pedonali, ma in alcuni casi se ne distacca sensibilmente, come nel caso della bassa Valle d’Ala. L’antica via della valle si separava infatti da quella per la Val Grande a Pessinetto, anziché prima di Ceres, e saliva a Mezzenile procedendo poi a lungo sul versante della valle esposto a nord (envèrs) fino al Ponte delle Scale, invece di tenersi sul versante esposto a mezzogiorno, come fa l’attuale carrozzabile, realizzata nel 1873. Diversi tratti del vecchio tracciato sono ancora in discrete condizioni, e percorrendoli se ne potranno apprezzare le caratteristiche, rivivendo così in parte le sensazioni descritte dal conte Luigi Francesetti di Mezzenile nelle sue Lettres sur les Vallées de Lanzo del 1823.

 

Dislivello: 300 m circa

Tempo di percorrenza: 2,45-3 ore (solo andata)

Segnavia biancorosso senza numerazione

Difficoltà: T (turistico)

Periodo migliore: primavera o autunno

 

L’itinerario può iniziare dalla stazione ferroviaria di Pessinetto. Si procede verso valle lungo una stretta strada asfaltata che fiancheggia i binari della ferrovia, fino a trovare sulla destra un sottopassaggio che consente di portarsi al ponte del Turou e superare la Stura.

Abbiamo lasciato il territorio di Pessinetto per entrare in quello di Mezzenile; il pilone votivo che ci accoglie è uno degli oltre cento censiti in questo comune. La mulattiera che si segue ora verso destra è, appunto, la vecchia via che univa Mezzenile (580 m) e la Valle d’Ala con Lanzo e Torino.

In lieve pendenza, fiancheggiata da altri piloni votivi, dopo aver superato le case dell’Alpata e una moderna centralina idroelettrica, si raggiunge il caratteristico ponte a schiena d’asino detto della Caudana, dal nome del torrente sottostante, risalente al 1741.

Lasciata subito dopo a destra una diramazione per il Sabbione, la mulattiera sottopassa il portico della cappella di San Giuseppe, tipica cappella di “posa”, dove il parroco di Mezzenile veniva ad accogliere i feretri trasportati con enorme fatica dalle lontane frazioni di Pugnetto, Bogliano,
Monti e Rangiroldo.

In leggera salita si continua fino ad uscire sul piazzale terminale di una strada asfaltata, accanto all’edificio
dell’ex albergo Belvedere, tra i più prestigiosi hotel di Mezzenile dagli anni Trenta agli anni Ottanta del secolo scorso. Una freccia in legno indica la prosecuzione della mulattiera, che con pendenza più accentuata arriva sulla piazza Don Melloni, dove sorgono il municipio e la chiesa parrocchiale di San Martino, il cui campanile conserva tracce della primitiva costruzione romanica (XI-XII secolo); all’interno della chiesa interessanti, in particolare, due quadri, entrambi sul lato destro: il primo, nel secondo altare, rappresenta sant’Ignazio che salva dei fanciulli dai lupi; nel presbiterio si trova una raffigurazione della Sindone, opera di un pittore della scuola del Beaumont, conservato in passato nella cappella di San Bartolomeo, che ricorda il probabile passaggio della reliquia per la Valle d’Ala nel 1535, durante il trasporto da Chambéry a Torino.

Dall’altro lato della piazza (segnavia biancorosso su un paracarro) si imbocca una strada asfaltata che scende lievemente a fianco del campo di pallacanestro e, snodandosi tra le case, arriva sulla caratteristica piazza dedicata a Vincenzo Geninatti Neni “Cent”, fondatore
e comandante delle formazioni partigiane di Mezzenile.
Ci si trova davanti al portale d’ingresso del castello dei conti Francesetti d'Hautecour e di Mezzenile, recentemente restaurato nella parte rustica; qui si svolge ogni anno il Brënlou, singolare e genuina manifestazione carnevalesca. Continuando nella direzione fin qui seguita, dopo una cinquantina di metri si incrocia la strada principale, al di là della quale la mulattiera prosegue pianeggiante sfiorando le ultime case del paese e inoltrandosi tra i boschi.

Superata la palestra di roccia del Roc Picoun e una condotta forzata, si passano le case delle Salette di sopra e, con un tratto in salita, si entra nel territorio di Ceres incrociando un canale che si fiancheggia per un breve tratto nel lato a valle; quindi si passa sul lato a monte
e si arriva a un piazzale sterrato. Mantenendo la direzione, si segue la strada sterrata lasciando sulla sinistra
una grande costruzione e si arriva alla frazione Vana di Ceres (1 ora circa da Pessinetto), abbandonando la strada alle prime case (indicazioni per Almesio) per riprendere la mulattiera, che passa davanti alla piccola cappella dedicata alla Consolata. Attività tipica degli abitanti della Vana era un tempo la costruzione di culle di legno per i neonati.

È possibile e consigliabile fare una breve deviazione di una quindicina di minuti al notevole ponte della Vana, settecentesco, che collegava la nostra mulattiera all’importante centro di Ceres; basta seguire la strada asfaltata e poi un sentiero sulla sinistra, ritornando quindi sul percorso descritto.

Dalla Vana la mulattiera continua in leggera salita tra enormi esemplari di castagno, raggiungendo una carrozzabile presso la Fontanassa; per la carrozzabile si cala rapidamente sulla rotabile asfaltata che con breve tratto di salita raggiunge la frazione Almesio di Ceres
(755 m; 30’ circa da Vana; 1,30 ore da Pessinetto), dove
un tempo molti abitanti si dedicavano al montaggio di serrature.  Fino ad alcuni decenni or sono la mulattiera proseguiva intatta fino al Ponte delle Scale: ora essa è stata sostituita da una strada sterrata che può essere imboccata seguendo per circa duecento metri la strada per Grange Almesio e deviando quindi a destra (indicazioni). Con percorso piacevole essa fiancheggia la Stura sulla destra idrografica e giunge nel sito ove sorgeva l’antico borgo minerario di Pertus, fondato nel 1267 e distrutto da un’alluvione nel 1665 (qui riceve da destra una carrozzabile che giunge dalla frazione Chiampernotto di Ceres).

La sterrata prosegue fino alle case delle Quaie; qui si ritrova l’antica mulattiera, ora più stretta, che procede fino alla spalletta del seicentesco Ponte delle Scale, distrutto dall’alluvione del 14-15 ottobre 2000 e non ricostruito (1,15-1,30 ore da Almesio). Al di là del ponte la mulattiera saliva alla cappella di Pian Soletti e quindi alle frazioni di Pertuset, Maison, Canova e Croce, per poi arrivare al capoluogo di Ala di Stura.

 

 

Bibliografia di riferimento:

 

I ponti antichi delle Valli sono trattati da G. SCALVA, I ponti storici delle Valli di Lanzo, in 2ª Miscellanea di studi storici sulle Valli di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo,
vol. C, 2007.

 

Svariati testi editi dalla Società Storica delle Valli di Lanzo trattano di Mezzenile:

– sulle vicende religiose, P. CANTONE, Mezzenile, Pessinetto, Gisola. Tre chiese, una sola parrocchia, vol. LXX, 2001;

– sul tipico Brënlou carnevalesco, M.T. POCCHIOLA VITER,
E. S
ESIA, Riti e tradizioni delle Valli di Lanzo. Il Carnevale di Mezzenile, vol. LXXIX, 2003;

– su un periodo di storia recente attraverso le immagini,
E. S
ESIA, Pietro Bruneri e Giovanni Casassa fotografi a Mezzenile (1870-1945), vol. CXXI, 2013.

 

Riguardo Mezzenile, si segnalano inoltre:

– sui piloni votivi, AA. VV., “Li Pilon”. I piloni votivi di Mezzenile tra religiosità, storia e leggenda, Pro Loco e Comune di Mezzenile, 1998;

– sulla fabbricazione dei chiodi, attività tipica del paese,
M. C
AIOLO, Gli artigiani chiodaioli di Mezzenile, Pro Loco e Comune di Mezzenile, 2010, e il contributo di G. BORLA,
E. S
ESIA, Attività mineraria e società nelle Valli di Lanzo tra Cinquecento e Novecento, in Miscellanea di studi storici sulle Valli di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. L, 1996, dove vengono ricordati anche i serraglieri di Almesio.

 

Il probabile passaggio in valle della Sindone, è esaminato da G. DONNA d’OLDENICO, Gli affreschi di Voragno ed il passaggio della Sindone in Val di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. CVIII, 2010, e per la parte artistica da

C. CARGNINO, G.G. MASSARA, Testimonianze sindoniche in Haute Maurienne, nelle Valli di Lanzo e nella piana di Ciriè, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. LXII, 2000.

 

La vicenda dell’abitato Pertus è trattata in E. SESIA (a cura di), Nascita, vita e morte di un villaggio minerario medievale: Pertus in Valle d’Ala, Società Storica delle Valli di Lanzo,
vol. CXXX, 2015.

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